Stanza 7 – Nelle notti di scuro


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La pesca delle acciughe avviene ancora nelle “notti di scuro”, le notti senza luna, nei mesi da aprile a ottobre, per quel che riguarda il Mediterraneo. I paesi costieri stabiliscono i mesi in cui la pesca è consentita ed i periodi di “fermo pesca” in cui è vietata ogni attività di cattura per consentire la riproduzione e il ripopolamento marino.

Si tratta di una pesca tradizionale, che avviene con pescherecci “a lampara”, imbarcazioni che utilizzano il richiamo luminoso per attirare le acciughe nella notte e poi catturarle in grandi reti “a circuizione”. Si tratta di una pesca ancora difficile, per nulla scontata, dove il rapporto tra natura e uomo – cementato in lunghe notti di attesa – è molto forte.

La pesca a lampara è un tipo di pesca definita selettiva e rispettosa del mare perché non rovina i fondali, ha un basso impatto sulle specie ittiche a rischio e la sua salvaguardia è importante per mantenere il mare in salute.

Quello che infatti spesso si dimentica è che il mare produce circa il 50% dell’ossigeno presente sul pianeta. Gli oceani coprono il 71% della superficie terrestre e assorbono il 50% delle emissioni di gas serra e di anidride carbonica, sequestrando gran parte del calore emesso dall’atmosfera.

Oggi più di 3 miliardi di persone dipendono, per il loro sostentamento, dalla biodiversità marina e costiera e la FAO ha stimato che nel 2030 il consumo pro-capite di pesce salirà addirittura a 21,5kg. Purtroppo, però, anni di pesca intensiva e illegale hanno messo in difficoltà il delicato equilibrio delle specie marine rendendo ormai urgente una riflessione sull’utilizzo di questa risorsa in chiave circolare e rigenerativa.

 

 

CREDITI

Parete sinistra: Riproduzione di mosaico, Casa di Ippolito, Alcala de Henares.

© Video, Fabio Ferioli

© Fotografie Stanze di Andrea Lops

 

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